Il volume “Ciò che si vede ciò che non si vede” raccoglie nove scritti dell’economista e pensatore francese Frédéric Bastiat.

Ad essere presi di mira sono tutti gli argomenti dei nemici del mercato e della libertà economica: dal socialismo al protezionismo, dalla spesa pubblica alle politiche di sostegno dell’occupazione.

Lo scritto principale illustra qualcosa di apparentemente ovvio, e cioè che la distruzione non produce benefici economici, poiché gli investimenti necessari per rimettere a posto le cose si sarebbero potuti utilizzare altrove e in modo più proficuo.

Con un linguaggio semplice e discorsivo, Frederic Bastiat invita il lettore a usare la logica e a cogliere l’insieme dei fenomeni sociali, non limitandosi all’apparenza (a “ciò che si vede”, appunto).

E poiché la tesi che sia necessario stimolare la domanda continua a trovare ascolto, la sua lezione è quanto mai attuale.

Benché scritte a metà Ottocento, queste pagine assai celebri hanno il merito di scardinare uno dei sofismi economici di maggior successo (la tesi che sia necessario stimolare in qualsiasi modo la domanda) e mantengono intatta tutta la loro freschezza di fronte al persistere di logiche variamente keynesiane.

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