Questo volume si annovera fra i più impegnativi lavori di Friedrich A. von Hayek e tra le maggiori opere del Novecento.

È una compiuta ricostruzione dei principi del liberalismo classico, svolta da un autore a cui tutti hanno riconosciuto la profondità dell’acume teorico e la vastità del sapere. E ci fornisce un quadro d’insieme normalmente irreperibile.

Ecco perché il testo hayekiano, sebbene apparso originariamente nel 1960, ha una sua prorompente attualità. Irriducibile avversario di Keynes, Hayek ci fa partecipi della ricerca delle condizioni che rendono possibile o impossibile la “società libera”.

E ci porta per mano, con un linguaggio piano e comprensibile, a esplorare le ragioni gnoseologiche, economiche, giuridiche e politiche della libertà. La base di partenza è costituita dal problema della dispersione delle nostre conoscenze di tempo e di luogo, di cui la concorrenza e il mercato rendono possibile la mobilitazione.

La società libera è un irrinunciabile strumento di orientamento, che non ha destinatari privilegiati. L’arricchimento culturale che essa consente è certo: perché getta una potente luce sul mondo in cui viviamo, sulle sue origini, sui suoi travagli e sulle sue prospettive.
Questo libro è diventato conosciuto al grande pubblico dopo una riunione politica del Partito Conservatore inglese, durante la quale il volume fu sbattuto sul tavolo da Margaret Thatcher, che si dice abbia interrotto una presentazione dicendo “Questo è ciò in cui crediamo” (in riferimento al libro).

 

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