Punto di riferimento per i liberali d’Africa è senza dubbio Seretse Khama, presidente del Botswana dal 1966 al 1980.

Un grande leader politico liberale

Nato in una famiglia reale del Protettorato britannico del Bechuanaland, Seretse Khama raggiunse la fama mondiale rinunciando al suo trono per sposare una cittadina inglese, Ruth Williams. Con la rinuncia la trono e dopo un certo periodo di esilio, ritornò in patria e fondò il Partito Democratico del Botswana. 

Nel 1966, quando il Botswana conquistò l’indipendenza, Khama venne eletto Presidente del nuovo Stato.

Khama, a differenza dei altri presidenti africani prevalentemente di tendenze socialiste e nazionaliste, era convinto che per proiettare l’Africa verso il futuro, non fosse necessario rigettare la cultura occidentale, anzi bisognava partire dalla democrazia liberale ed dal libero mercato.

Khama promosse politiche business-friendly per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria e gli investimenti, abbassò le imposte sulle imprese e sul reddito e abbassò i dazi sulle importazioni. Per raccogliere fondi per lo sviluppo non espropriò le ricchezze dei bianchi, né chiese aiuti alla comunità internazionale, bensì stabili accordi commerciali con la De Beers per lo sfruttamento delle risorse minerarie del Paese.

Inoltre tutta la ricchezza generata fu investita in istruzione anziché in welfare, assicurando uno sviluppo a lungo termine.

Il Botswana oggi

Oggi il Botswana è il quinto paese più ricco d’Africa, un grande passo avanti per un paese che al momento dell’indipendenza viveva solamente di pastorizia e agricoltura di sussistenza

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