La genesi di uno dei politici più influenti del secolo scorso: la Lady di Ferro Margaret Thatcher
Margaret Thatcher è stata molto di più che la prima donna del mondo occidentale a ricoprire la carica di Primo Ministro.
Controversa, odiata e amata allo stesso modo sin dall’inizio della sua carriera politica, unica donna in un mondo di uomini (quello del parlamento di Westminster).
Margaret, figlia di un droghiere conservatore, studiò chimica ad Oxford senza borsa di studio e con ottimi risultati.
Formativi nella sua giovinezza furono The Wealth of Nations (di Adam Smith) e The Road to Serfdom (di Friedrich von Hayek, del quale adotterà una volta al governo diverse politiche economiche, sventolando in faccia ai colleghi di gabinetto e all’opposizione l’altro grande successo dell’economista austriaco, The Constitution of Liberty).
Quattro anni dopo divenne ricercatrice, ma la politica restava il suo faro.
Di lì a poco Margaret conobbe Denis Thatcher, l’amore di una vita (“amico”, come lo chiamò in diversi interventi), con cui ebbe due figli.
L’ascesa in politica di Margaret Thatcher
In seguito, si candidò nel collegio elettorale di Finchley, una roccaforte dei conservatori una dozzina di chilometri a Nord di Londra. Margaret vinse il seggio, aveva trentatré anni.
Junior Minister all’Istruzione dal 1970 al 1974 nel governo di Edward Heath, la Thatcher si costruì la fama di “ladra di latte”, visti i tagli dell’emissione gratuita della bevanda dalle scuole pubbliche.
Il taglio del latte portò ad un risparmio di appena nove milioni di sterline, mossa che le sarebbe stata rinfacciata per molto tempo dai suoi avversari.
Nonostante questo, Thatcher continuava a mantenere il filo diretto con i propri elettori scriveva e rispondeva personalmente a centinaia di lettere, partecipava a tutte le riunioni pubbliche.
Nel 1974 i conservatori persero le elezioni, ma pochi anni dopo la Tatcher avrebbe tentato la scalata al vertice del partito.
Quando fu eletta capo del partito proclamò: «Il nostro sistema capitalista produce standard di prosperità e di felicità ben più alti, perché è un sistema che crede negli incentivi e nelle opportunità e perché si fonda sulla dignità e sulla libertà dell’uomo».