La scuola austriaca di economia è una scuola di pensiero economico che sostiene la filosofia libertaria sottolineando l’inefficienza e l’inefficacia dell’intervento del governo.

Tuttavia, l’economia austriaca è una scuola di pensiero positiva, non normativa e quindi non ha alcuna inclinazione politica intrinseca. Considera tutto il valore come un elemento e inimico esclusivamente soggettivo.

Evita la matematica perché non ritiene che possa catturare le complessità del mondo economico e, cosa più importante, perché considera le scienze sociali più che adeguate in quanto basate sul razionalismo e sul ragionamento a priori.

Quali sono i principi della Scuola Austriaca in ambito economico?

Gli economisti austriaci, come molti altri economisti del libero mercato tra cui la Scuola di Chicago e gli economisti neoclassici, credono che il libero scambio sia la chiave per la prosperità.

Gli austriaci, tuttavia, credono anche che il libero mercato possa funzionare in aree come infrastrutture (strade, elettricità, ecc.), Difesa (polizia, militare) e aree che si occupano di “esternalità” (inquinamento, free riders, eccetera.). Il ragionamento della scuola austriaca parte da verità evidenti (atti dell’essere umano) e da lì deduce tutto.

La scuola austriaca di economia si è opposta all’approccio inflazionistico dell’economia keynesiana, e quindi è stata favorita da molti politici conservatori su questa base. Ha anche completamente confutato il marxismo sia su basi teoriche (confutando la teoria dello sfruttamento) che su basi pratiche (mostrando perché il socialismo fallirà sempre nel famoso “dibattito sul calcolo economico” e perché le economie miste favorite dai socialdemocratici sono sempre fragili).

I liberal e i socialisti finora si sono rifiutati di coinvolgere gli austriaci in discussioni, come evidenziato dal continuo rifiuto dell’economista liberal Paul Krugman di discutere contro il noto austriaco Robert P. Murphy.

Le origini della Scuola Austriaca, da Carl Menger passando per Ludwig von Mises e Friedrich Hayek

Il fondatore della scuola austriaca di economia fu Carl Menger (sebbene molti considerino Frederic Bastiat un pre-austriaco), che pubblicò nel 1871 il suo testo principale, “Principi di Economia”.

Negli anni ’20 e fino agli anni ’40, Ludwig von Mises e Friedrich Hayek fecero avanzare il movimento dichiarando l’impossibilità per il socialismo di avere successo e spiegando anche la natura del ciclo economico.

(qui le nostre recensioni ai libri “Liberalismo” e “La Società Libera” di Friedrich Hayek)

Lo studente più importante di Mises, Murray Rothbard, guidò la scuola austriaca dopo la morte di Mises e diede molti contributi alle teorie del monopolio e alla teoria monetaria, oltre ad espandere l’analisi tradizionale dell’interventismo governativo ad aree come la difesa, la polizia e i tribunali, concludendo che il socialismo in queste aree non funziona meglio che in altre.

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