Nella capitale britannica solo il 20% dei lavoratori è tornato in ufficio e il traffico sui mezzi pubblici si è ridotto del 70%. Sta forse arrivando una crisi immobiliare a Milano?

Le prime crepe si vedono anche nel capoluogo lombardo: dopo il record di residenti, da febbraio la città ha perso 12.000 residenti, con una media di 2.000 persone in meno ogni mese.

Cos’è successo al mercato immobiliare di Londra?

Le cifre parlano da sole: nel resto d’Europa fra il 70 e l’80% dei lavoratori è tornato in ufficio dopo i vari lockdown, mentre in Gran Bretagna siamo sotto il 40% e a Londra non si arriva al 20%.

Il governo inglese aveva programmato una campagna per incoraggiare la gente a tornare alla scrivania, ma ha desistito. Un recente sondaggio della BBC, ha infatti scoperto che nessuna delle maggiori 50 aziende britanniche ha predisposto alcun piano per riportare i dipendenti in ufficio.

Oltre a ciò il traffico sui mezzi pubblici si è ridotto del 70 per cento. Il risultato, però, è catastrofico: l’intero sistema economico su cui si reggeva la capitale britannica è entrato in crisi.

Il caso emblematico è quello di Pret à Manger, la catena di sandwich, presente ovunque a Londra: costretti a licenziare un terzo dei dipendenti perché la massa di clienti è sparita. Come è stato fatto notare, per ogni lavoratore che resta a casa ce n’è uno che perde il posto.

Sta arrivando una crisi immobiliare a Milano, quindi?

A febbraio Milano aveva raggiunto l’ultimo picco di 1.406.057 residenti ufficiali.

Da quel momento in poi ha perso 12.000 residenti, compresi i 2.200 deceduti causa Covid. Il ritmo con cui si svuota la città è in media di duemila abitanti al mese

L’ultimissima rilevazione anagrafica dice che i residenti sono ora 1.394.194.

Dopo la lunga decrescita post-industriale che aveva portato la capitale del Nord a perdere quasi mezzo milione di abitanti in un ventennio, da 1,7 a 1,2 milioni, era iniziata negli anni Dieci la lenta risalita, diventata boom negli anni di gloria del dopo Expo, quelli di Milano “place to be”. Una città che cresceva, si arricchiva, cambiava volto, attraeva energie e quindi nuovi abitanti.

Riuscirà l’amministrazione locale – a livello di Comune e Regione – ad evitare una fuga verso la provincia ed una conseguente crisi immobiliare a Milano?

La domanda non ha ancora una risposta ma il trend attuale di affitti e compravendite non fa ben sperare: molti cercano di vendere e pochi sono disposti ad acquistare in una grande città come Milano, con l’ombra di un nuovo lockdown.

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